L’orgoglio di studiare in casa. Un’esperienza all’Ailun

Maria Grazia Luciano

Quando, nel 1998, mi laureai in Economia e commercio entro i quattro anni accademici e con un 110 e lode, mi trovavo in posizione favorevole per fare domanda a qualunque istituto  per  studi  post  laurea.  Quelli  più  titolati  si  trovavano  tra  Roma  e  Torino:  avevano programmi interessanti ma costi proibitivi. Quando decisi di presentare la domanda all’Ailun mi colpì il “cast” di docenti internazionale e l’approccio multidisciplinare, combinazione rara in Italia e unica in Sardegna. Meraviglia doppia per una realtà nata a Nuoro, la mia città. La selezione fu accurata e meritocratica. Oltre all’opportunità di parlare la lingua inglese a livello accademico, due aspetti importanti mi diedero una consapevolezza nuova. Le lezioni interattive erano formate da un gruppo di 15-17 allievi disposti a tavola rotonda, docente compreso. A rendere l’interazione interessante era l’approccio all’apprendimento. Fummo invitati sin dall’inizio dagli stessi docenti e sollecitati ad avere un atteggiamento critico, purché costruttivo. Dovevamo challenge cioè mettere alla prova le nozioni che ci venivano insegnate e cercare di applicarle a vari contesti lavorativi e non, provando a proporre nuove idee.

Il secondo aspetto, a me più caro, è stato il confronto con docenti così importanti. Mi colpì la loro disponibilità e modestia, l’approccio semplice e aperto: trattavano gli studenti con cordialità e alla pari, con il tipico atteggiamento degli accademici anglosassoni, a differenza del modo di fare riverenziale purtroppo più frequente in Italia. Fu il mio primo approccio col mondo universitario anglosassone (in trasferta a Nuoro!) che poi ritrovai quando mi recai a fare il dottorato di ricerca in Gran Bretagna, dove con piacere ritrovai quella familiarità scoperta per la prima volta all’Ailun. Almeno  in  parte  la  decisione  di  decidere  di  partire  per  Londra  per  il  dottorato  di  ricerca  in Economia viene da quella esperienza nuorese. Al Birbeck College (University of London) che ha tra i più alti rating per la ricerca a livello internazionale, incontrai un professore nominato sui testi dei corsi di economia: mi accolse proprio con la cordialità già sperimentata nei docenti americani dell’Ailun. Così iniziò il percorso accademico inglese che passò attraverso un lavoro di ricerca empirica per diversi mesi in India e conclusosi con una cerimonia dove il rettore ha consegnato i titoli di laurea in una sala gremita da centinaia di studenti in toga nera. A conseguire il dottorato eravamo in sei, fu un’emozione indescrivibile vedere il rettore investire noi dottori, con toga rossa, del più alto riconoscimento accademico e darci il benvenuto tra gli scholars ora nostri pari.

Oggi, tornata a Londra, mi occupo di consulenza ambientale per il ministero dei Trasporti inglese. Grazie anche all’Ailun che non può e non deve morire.

Testimonianza pubblicata sull’Unione Sarda del 8 marzo 2012