Manager senza Scuola

Continua la battaglia dell’associazione fondata dagli allievi. Nuovo appello per salvare i master Ailun

Il silenzio del direttivo Ailun preoccupa i 424 manager che si sono formati nei master internazionali, decisi a difendere il ruolo nell’alta formazione che si è ritagliato l’università privata nuorese. Le rassicurazioni del presidente Lorenzo Palermo sulla continuità dell’alta formazione, non bastano a rassicurare gli ex allievi riuniti in associazione e rappresentati nel consiglio di amministrazione, decisi a difendere una realtà che, come ribadiscono in un documento, «ha consentito, in vent’anni, l’ingresso nel mondo del lavoro a centinaia di giovani laureati con una professionalità elevatissima». Sono 318 i manager che hanno frequentato in 19 edizioni dal 1991 il master internazionale in Scienza dell’organizzazione e 106 in sette anni il Turistico.

SILENZI ISTITUZIONALI L’associazione presieduta da Michele Diana vuole impedire lo svilimento del ruolo dell’Ailun che piano piano si sarebbe snaturato, diventando braccio operativo per la formazioni degli iscritti agli ordini professionali. Gli ex allievi non nascondono la delusione per il silenzio dei consiglieri regionali nuoresi che, dicono, dovrebbero per lo meno chiedere conto dei 900 mila euro stanziati all’ultimo momento nella Finanziaria.

LE CONTESTAZIONI Eppure le proposte non mancano. E spesso arrivano da chi in quel Master si è formato. Come Paolo Mossone, oggi direttore della Fondazione Imc-Centro marino internazionale di Torregrande, che individua nella mancanza di un direttore generale la vera debolezza dell’Ailun. «Come è possibile – si chiede Mossone – condurre un’istituzione di eccellenza nel vuoto di professionalità dedicate a tali procedure? Non stupisce quindi la sequenza impressionante di errori gestionali prima ancora che strategici: abbandono della centralità dell’area di attività caratterizzante l’immagine positiva; sottovalutazione delle competenze distintive del posizionamento di eccellenza; ingresso di organismi competitori caratterizzati da un approccio meno innovativo nei contenuti e meno prestigioso nel curriculum; dispersione delle risorse in più attività; rapporto sbilanciato fra i costi di struttura e i costi di produzione, con netta prevalenza dei primi».

NUOVO APPELLO Mi auguro – conclude Paolo Mossone – che amministratori e soci dell’Ailun riflettano sulla necessità di non anteporre gli interessi particolari di questa o quella categoria, al bene comune rappresentato da una scuola che ha dato a molti manager la possibilità di formarsi con l’insegnamento di premi Nobel a altri studiosi fra i più qualificati del mondo».

L’Unione Sarda, 9 luglio 2012 (pdf)

NOTA. Nel testo dell’articolo pubblicato su L’Unione è scritto erroneamente che l’Associazione degli ex allievi è rappresentata nel Consiglio direttivo Ailun. L’Associazione è invece socio dell’Ailun e in questa sede rappresentata dal Presidente dell’Associazione.