Master a rischio

Gli ex allievi: “l’Ailun sta morendo”

«Killeraggio culturale»: i manager formati in vent’anni dall’Ailun, riuniti nell’Associazione degli allievi dei Master internazionali, usano un linguaggio chiaro nell’attaccare il consiglio di amministrazione dell’università privata colpevole di aver rinunciato all’alta formazione per scegliere la strada dei corsi riservati agli iscritti degli Ordini di medici e avvocati. Eppure, «grazie al lungimirante impegno finanziario della Regione» sono arrivati a Nuoro docenti e allievi di tutto il mondo, formatori e fruitori dei Master internazionali in Scienza dell’organizzazione (attivato nel 1991 per un totale di 318 specializzati in 19 edizioni), e nel Turistico che dal 2002 ha formato in sette edizioni 106 manager. Numeri richiamati in un lungo documento firmato da Michele Diana presidente dell’associazione Alumni-Ailun. «Dal 2009 è in atto all’interno dell’Ailun una inqualificabile operazione volta a stravolgerne gli obiettivi statutari», si legge nella nota che denuncia il dirottamente delle risorse pubbliche destinate ai Master e la trasformazione dell’Ailun «unicamente ed esclusivamente in un centro dispensatore di servizi locali a favore degli ordini professionali che se ne sono impadroniti».

La decisione di sollevare una polemica pubblica è stata presa davanti al rischio della «completa estinzione dell’alta formazione in palese spregio dei propositi manifestati dalla Giunta regionale anche nel bilancio 2012 col ripristino del finanziamento destinato all’Ailun, proprio al fine di sostenere la realizzazione dei Master». L’associazione degli ex allievi è decisa, a difendere un’eccellenza formativa «considerata un vanto e un titolo di merito per la nostra Regione perché qualifica le politiche pubbliche giovanili per l’istruzione e la formazione. Con la soppressione dei Master internazionali di alta formazione manageriale- denuncia tra l’altro il documento – l’Ailun viene meno al suo scopo istituzionale di promuovere e diffondere i valori dell’imprenditorialità e della managerialità in Sardegna e abdica al proprio ruolo di creazione della nuova classe dirigente».

L’Unione Sarda, 28 giugno 2012 (pdf)